La situazione di emergenza sanitaria e sociale legata alla pandemia da Coronavirus ha interessato non marginalmente anche il settore della comunicazione e del marketing aziendale.
Tutti, a partire dalla piccola azienda locale e arrivando alle multinazionali, hanno dovuto adeguarsi all’eccezionalità del momento e affrontare un cambio di rotta repentino e inaspettato, che ha necessitato di una revisione totale dei piani di comunicazione, delle campagne attive, di una nuova gestione dei canali, adeguando il proprio tone of voice e producendo contenuti contestualizzati e in linea con i cambiamenti dei comportamenti del proprio pubblico. Ma se la situazione emergenziale ha costretto le aziende ad una complessa revisione delle strategie nel breve e medio periodo, in molti casi ha favorito, accelerandola, la risposta ad una domanda, nemmeno troppo latente, del mercato: quella di “umanizzare” il brand, accantonando il mero prodotto e lasciando spazio ai valori.
Anche COMMED I A ha scelto di esporsi proponendo al mercato una nuova campagna, puntando sulla visione, da sempre elemento caratterizzante e distintivo dell’azienda, con elementi che rimandano all’attualità e rievocano sensazioni di coinvolgimento e di emotività. Ne parliamo con Lorenzo Trigiani, futurista, poeta prestato al copywriting e alla produzione creativa, che fa parte della famiglia allargata di COMMED I A, ideatore della campagna.
Lorenzo, stiamo assistendo ad un cambiamento epocale, che sta coinvolgendo anche il settore della comunicazione e del marketing….
L’emergenza in atto ci conduce per mano verso altre vie, ci orienta nella notte buia a cercare, finalmente direi, l’umanità del brand, la sua vera essenza. Avremmo fatto volentieri a meno del coronavirus per giungere a queste conclusioni, ma l’emergenza ha sicuramente contribuito a modificare il modo in cui i brand si disvelano al loro pubblico.
L’immagine di Giorgio Armani intento a sistemare il manichino della vetrina della sua boutique in Via Montenapoleone a Milano la dice lunga…
Lo scatto rubato dell’uomo che ha fatto la storia della moda italiana, intento a sistemare in prima persona la sua vetrina, che riconverte le sue produzioni di alta moda per produrre camici e mascherine di protezione, hanno una “virulenza” e una potenza evocativa che nessuna altra campagna di prodotto sarebbe mai stata in grado di produrre. La realtà in questo caso supera l’artificio dell’advertising. E quando il marketing sa cogliere questi momenti di umanità, di verità e di bellezza e li sa cristallizzare, sta facendo al meglio il suo lavoro.
È anche una questione di responsabilità sociale…
L’impresa è a tutti gli effetti un corpo vivo della società, che deve essere partecipe degli accadimenti dell’umanità e farsi strumento, nel limite delle sue possibilità, di un messaggio di valore.
In che modo COMMED I A ha scelto di trasmettere il suo messaggio in questo momento storico?
COMMED I A ha scelto di affidarsi ad un’immagine forte, quella di una bambina, abbracciata al suo orsacchiotto, che guarda oltre la finestra e immagina nuovi mondi. Abbiamo voluto scrollarci di dosso la patina di angoscia e di grigiore che sta caratterizzando le nostre giornate da reclusi in casa con una campagna che inducesse all’ottimismo, che strizzasse l’occhio al cuore, che ci catapultasse, almeno simbolicamente visto che non lo siamo ancora, alla fase 2 di questa emergenza. Ci piacerebbe che quegli occhi oltre la finestra fossero gli occhi di ognuno di noi.
E poi, c’è l’elemento della visione, che per COMMED I A è un marchio di fabbrica…
L’immagine, ma anche il claim, è un invito a guardare oltre le distanze fisiche, a cogliere cosa si cela dietro le cose, costruire un orizzonte oltre il quale proiettarsi. Un’agenzia di comunicazione come COMMED I A, tra l’altro fortemente focalizzata sull’innovazione, può davvero accompagnare i propri clienti a immaginare e costruire nuovi scenari e nuove opportunità di crescita.